La trilogia di Shyamalan sul Supereroe
L'Eastrail 177: Come Shyamalan ha creato (e decostruito) il suo universo di supereroi
In un panorama dominato dai colossi Marvel e DC, esiste un universo cinematografico più intimo, più autoriale e, per certi versi, più sovversivo. È la trilogia di M. Night Shyamalan, nota anche come Eastrail 177 Trilogy, un'anomala serie di thriller supereroistici e horror psicologici che ha impiegato diciannove anni per raccontare la sua storia. Composta da Unbreakable (2000), Split (2016) e Glass (2019), la serie è stata definita come "il primo universo supereroistico autoriale condiviso", essendo interamente scritta e diretta da un'unica persona.
A differenza dei suoi contemporanei, Shyamalan ha basato la sua saga su una premessa fondamentale: una decostruzione del genere ancorata saldamente alla realtà. I suoi film non sono adattamenti di fumetti, ma film sui fumetti e sulla loro mitologia.
Unbreakable (2000): La Nascita del Culto
Quando Unbreakable arrivò nelle sale nel 2000, il pubblico era ancora inebriato dal successo de Il Sesto Senso. I film di supereroi non erano il fenomeno di massa che sono oggi, ma un genere considerato "di nicchia". Per questo, la Disney (tramite Touchstone Pictures) lo promosse come un thriller psicologico, evitando accuratamente le parole "fumetti" o "supereroi" nel marketing.
Il film introduceva David Dunn (Bruce Willis), l'unico sopravvissuto a un catastrofico incidente ferroviario (l'Eastrail 177), e Elijah Price (Samuel L. Jackson), un misterioso uomo affetto da osteogenesi imperfetta. Shyamalan aveva concepito la storia come la tradizionale "nascita" di un eroe, la prima parte di una struttura in tre atti. Sebbene Bruce Willis avesse rivelato già all'epoca che il film era stato pensato come l'inizio di una trilogia, Unbreakable ottenne un successo moderato al botteghino, incassando 248 milioni di dollari a fronte di un budget di 75. Fu un risultato inferiore alle aspettative, ma con il tempo, e con la crescita della popolarità del genere, il film sviluppò un enorme seguito di culto.
Split (2016): Il Sequel Segreto
Sono passati sedici anni. La carriera di Shyamalan ha visto alti e bassi. Nelle sale esce Split, un thriller claustrofobico prodotto dalla Blumhouse con un budget irrisorio di 9 milioni di dollari. Il film è un trionfo critico e commerciale, trainato dalla performance di James McAvoy nel ruolo di Kevin Wendell Crumb, un uomo con 23 personalità.
Il pubblico crede di assistere a un thriller psicologico autoconclusivo. Poi, negli ultimi secondi del film, la telecamera inquadra Bruce Willis in una tavola calda: David Dunn è tornato.
Split non era solo un ritorno alla forma per il regista; era "il primo sequel segreto di Hollywood". Shyamalan aveva infatti scritto il personaggio di Kevin (con le sue abilità sovrumane) in una delle prime bozze di Unbreakable, ma lo aveva rimosso per problemi di bilanciamento. L'enorme successo di Split — il film più redditizio del 2017 — diede finalmente a Shyamalan la possibilità di chiudere la trilogia che Willis e Jackson gli chiedevano da anni.
Glass (2019): L'Atto Finale (e Controverso)
Glass (2019) è l'evento culminante. Il film riunisce i tre protagonisti: David Dunn (l'eroe), Elijah Price/Mr. Glass (il supercattivo) e Kevin Wendell Crumb/L'Orda (l'antagonista). La produzione stessa è un evento quasi unico: una rara collaborazione tra due major rivali, Universal (che deteneva Split) e Disney (proprietaria di Unbreakable), che si sono accordate per la distribuzione.
Il film esplora la tesi della Dott.ssa Ellie Staple (Sarah Paulson), intenzionata a curare i tre uomini da quella che lei ritiene essere una forma di delirio di onnipotenza. L'attesa per lo scontro finale era altissima, e il film fu un successo commerciale (quasi 247 milioni di dollari incassati).
Tuttavia, Glass divise pubblico e critica. A differenza dei primi due capitoli, l'accoglienza critica fu prevalentemente negativa, con un misero 37% su Rotten Tomatoes. Molti trovarono il finale anticlimatico e una conclusione deludente per una saga costruita con tanta pazienza.
Nonostante le critiche al finale, la trilogia Eastrail 177 rimane un esperimento cinematografico unico. Shyamalan ha confermato che non ci sono piani per sequel, non avendo interesse a costruire un universo cinematografico esteso. È una storia chiusa, un'opera autoriale sulla convinzione, sul trauma e sulla consapevolezza che in ogni persona può esserci qualcosa di straordinario.
Scritto da
postmind il
03-11-2025 alle ore 14:58